Categorie
Blog Riflessi

Guerre tra poveri

Lio: Guerre tra poveri.
Io: Guerre tra poveri?
Lio: Spesso si sente dire in Tv, nei giornali. La guerra tra disgraziati che non hanno nulla da perdere. Ma oggi, come ieri, non è finzione ma cruda realtà. Non bisogna sforzarsi molto per cercarla. Basta guardarsi intorno. Guerra per un misero posto di lavoro. Per mantenerlo. Per cercarlo. Guerre tra  poveri per attraversare il mare nella speranza di una nuova vita. O semplicemente per “restare” in vita. E’ facile cedere al “vittimismo” ed alla paura. A chi non è successo? Ma andare oltre ogni paura è realmente possibile?….  Guerre tra poveri. Lottare per un posto di lavoro, sacrificare anni di studio,  formazione che non sempre hai potuto fare. …Sacrifici. Ci chiedono sacrifici.
Sul Vocabolario Treccani alla voce “sacrificio” la prima definizione è quella che si riferisce ad un

“Atto rituale attraverso il quale si dedica un oggetto o un animale o un essere umano a un’entità sovrumana o divina, sottraendolo alla sfera quotidiana, come segno di devozione oppure per ottenere qualche beneficio”.

…certo…poi c’è anche rinuncia “volontaria”. Insomma “guerre tra poveri”.
Io: Se escludo “tra” in “guerre tra poveri” i termini sono agli opposti. Eppure cosi vicini. La guerra, oltre che morti, genera anche la povertà (di tanti) ma anche la ricchezza (di pochi).
Lio: Nel corso del secolo scorso ogni generazione ha avuto modo di crescere, di fare un passo avanti rispetto
alla generazione precedente. Ha ottenuto di più. Anche se poco. Lo senti dire spesso in TV, talk show, siti
internet,blog….ai tuoi nonni…ma sappiamo bene che per le nostre generazioni, non è  e non sarà così. Oggi possediamo di meno. Non in termini di beni materiali (nulla contro gli ultimi modelli di cellulari…) ma siamo poveri e svuotati dentro.
Io: E’ assurdo. La nostra scuola, quella in cui fino a dieci anni fa studiavamo, io ed i miei compagni,  sebbene cadesse a pezzi, o non aveva sempre i riscaldamenti accesi perché il comune non aveva ancora il gasolio per accendere le caldaie, ci dava la possibilità e la “speranza” di poter un giorno arrivare ad un risultato: l’aspettativa di una vita migliore. Di un lavoro ben retribuito che ci desse la possibilità di continuare a costruire ciò che i nostri genitori ci stavano lasciando.
Lio: Certe volte penso con ammirazione a ciò che i nostri nonni ed i nostri genitori hanno costruito. Ci stanno o ci hanno lasciato il frutto del loro lavoro e del loro sacrificio (la casa, la campagna, una piccola somma di denaro). Scorterò all’altra riva i beni accumulati da due generazioni, come un nocchiero, per lasciarli alla prossima. Quella dei miei figli.
Io: Guerre tra poveri.
Lio: Povertà è

“la condizione di chi è povero, di chi cioè scarseggia delle cose necessarie per una normale sussistenza”

La povertà non è solo materiale ma c’è  anche quella interiore che ti spinge a non guardare più al “bello”, capace di elevare
anche la mente più offuscata. Ci stiamo perdendo o siamo nel bel mezzo della perdizione?
Io: Spero di no….
Lio: Migranti, rifugiati. Lo “straniero”. “L’Altro”. Colui che dovrei accogliere.  Nel mio cuore e nella mia testa. Prima ancora nella mia testa.
Io: Quanta morte nel Mediterraneo, trasformatosi nella “Camera della Morte” della Mattanza dei Tonni.
Lio: Sei arrabbiato?
Io: Si.
Lio: Lo sai che non cambierà nulla. Là. Fuori da questa stanza. Stasera.
Io: Si. Lo so.
Lio: E quindi?
Io: Dobbiamo arrenderci? Lasciare che tutto scorra così. Senza un perchè? Rassegnarmi alla sconfitta interiore.
Lio: Perchè sforzarsi?
Io: Forse, per una speranza?
Lio: quale?
Io: ….che almeno “io” possa cambiare.
Lio: …non è detto che tu lo possa fare in meglio….
Io: Lo so… Ma credo che valga la pena provare.
Lio: Le guerre tra poveri le vincono sempre gli altri.
Io: si ma le combattono i poveri.
Lio: Forse è meglio andare a dormire…
Io: Per questa sera abbiamo cambiato il mondo per troppo tempo. E se cambiasse veramente….
Lio: Sei pazzo! …. di cosa ci lamenteremo dopo?… Domani come potremmo vivere senza nuove paure? Dormi che è meglio. La rivoluzione può aspettare.
Io: Meglio dormirci sopra.
Lio: Comincia a contare le pecore. Che oltre lo steccato i lupi affamati stanno già aspettando.