La luce passava attraverso la porta. Era un ambiente buio, ma appariva come una mansarda con travi di legno. Dalla finestra sembrava scorgere le luci di Parigi, ma il rumore del traffico era come quello di Londra. Il divano era comodo. Sembrava peccato alzarsi da lì. Poi, detto tra noi, il plaid teneva abbastanza caldo. In questi frangenti di oscuro silenzio la mente oppone resistenza alle emozioni. Prima che il sonno arrivi, avverto una certa opposizione. Poi tutto prende forma: volti, emozioni, luoghi. Ma come può il buio colorare la notte? Eppure ogni pensiero si trasforma. Si colora. Non vedo più con gli occhi. La mente comincia ad arrampicarsi ai pensieri. Così la notte prende forma. E la forma si perde nella notte. E così appaiono recondite immaginazioni. Rimaste li, a guardare, come scimmie sugli alberi. Adesso solo un’auto si sente passare oltre il cavalcavia. Una melodia che riprende lenta e costante. Ninna nanna moderna della città stanca. I racconti della notte sono i più affascinanti. Non temono la luce del giorno né la dimenticanza. Viaggiano nella mente come musica fra le fronde. Si alzano in volo come goffi Albatros. Ma nel cielo sono aquile dalle ampie ali. Adesso il buio è meno buio. La stanza si sta riappropriando della sua forma. La macchina sta passando. Chiedo un passaggio verso l’alba. Un nuovo giorno mi aspetta.
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